28 marzo 2018 Tavola Rotonda: i droni: una sfida strategica e umanitaria

MERCOLEDI’ 28 marzo 2018 alle ore 17.30 presso la sala nobile di palazzo Gradari di Pesaro l’Associazione ha organizzato la Tavola Rotonda sul tema: I droni: una sfida strategica e umanitaria. Interverranno il prof. Fabrizio Battistelli, presidente dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo di Roma: Droni, una rivoluzione strategica; il prof.Paolo Morozzo della Rocca docente di Diritto Privato presso l’Università Carlo Bo di Urbino che tratterà gli aspetti legali ed umanitari dell’impiego dei droni.
Ci onoreranno con la loro presenza, numerose autorità civili, religiose e militari.
Vi invito a partecipare con amici, parenti e simpatizzanti della nostra Associazione.

Degli aeromobili guidati da un equipaggio, composto da una o più persone collocate a distanza, tant’è che vengono chiamati anche Aeromobili a pilotaggio remoto (Apr). Ce ne sono di tante dimensioni, dai più piccoli – alcuni disponibili anche nei negozi di giocattoli – sino a quelli più grandi, come il Northrop Grumman RQ-4 Global Hawk, dotato di un’apertura alare di 35 metri, un’autonomia di 36 ore di volo e di una capacità di controllo di 100mila km², anche attraverso nuvole o tempeste di sabbia, disponibile al “modico” prezzo di 223 milioni di dollari a esemplare.
In ambito civile i droni possono essere usati nel campo della protezione ambientale, nel settore edilizio, per il telerilevamento e l’ampliamento della connessione internet, ecc., oltre che dalle forze di polizia. Tra l’altro, va ricordato che i droni più grandi (in particolare quelli destinati alle forze armate) hanno una capacità di volare a diversi km di altezza, dagli dagli otto sino ai 20 km, divenendo invisibili all’occhio umano e quasi invulnerabili.
L’RQ1 Predator statunitense arriva a 7.800 metri, quello cinese CH-5 Rainbow a 9mila.
In campo militare i droni possono svolgere non solo missioni di sorveglianza e di controllo del territorio (Istar – Intelligence, surveillance, target acquisition and reconnaissance), ma anche – se armati – missioni di attacco, dotati di bombe e di missili.
Con i droni si evita di esporre le proprie truppe a potenziali pericoli in territori impervi e insicuri.
Ecco perché gli Apr si stanno diffondendo nelle forze armate di numerosi paesi: a oggi almeno trenta paesi, mentre in ambito civile sono oltre sessanta.
Non va dimenticato che possono essere analogamente utilizzati anche per scopi illeciti dalla delinquenza organizzata: è nota l’evasione di due detenuti dal carcere inglese di Pentonville (Londra), nel novembre 2016, grazie a un drone che ha consegnato loro una lama rotante taglia diamanti, con cui hanno segato le sbarre della cella.
I “danni collaterali” Nel caos geopolitico mondiale e nei vari conflitti in atto, dove si confrontano spesso diversi contendenti, molti dei quali composti da formazioni irregolari, le guerre appaiono senza confini e senza limiti. Le truppe regolari sembrano particolarmente esposte, ancor più se straniere (caso esemplare quello afghano), e i droni permettono da un lato di ottenere informazioni preziose in un teatro di guerra non tradizionale, spesso urbano, dall’altro di colpire il nemico senza rischi. Un rischio esiste, però, e riguarda proprio i civili, vittime innocenti di un attacco portato da lontano, i cosiddetti “danni collaterali”.
“ALTRI PERICOLI” Uno dei problemi posti dalla diffusione e dall’utilizzo dei droni armati, oltre all’errore di valutazione umana cui abbiamo accennato, e all’uso durante un conflitto armato in atto, è collegato anche all’attuazione dei cosiddetti omicidi mirati (i targeted killings), tramite i quali vengono eliminate fisicamente persone a volte solamente sospettate di terrorismo oppure avversari politici, senza che tribunali regolari abbiano svolto adeguati processi e comminato condanne. Inoltre, in paesi dove a volte dittature o governi autoritari sono al potere o gruppi armati irregolari controllano con la forza porzioni di territorio, i droni possono divenire il killer preferito di regimi e leader sanguinari. Proprio in relazione ai molteplici problemi posti dall’uso di questa nuova arma si è costituito l’Efad, l’European forum on armed drones, una rete di organizzazioni che operano per sensibilizzare le istituzioni e la società civile, promuovendo un dibattito politico pubblico.

Comments are closed.

happy wheels