Era il Vespro. Un sanguigno bagliore
rischiarava la stretta vallata
e il Ventotto – falange serrata –
Il villaggio di Borgo assalì.
Tu bandiera, Tu simbol d’onor,
ondeggiavi alla tiepida brezza,
infondendo di gloria un’ebrezza
ai soldati ne’ fervidi cor.
E si slancian… Savoia Savoia!
Gridan tutti con l’arme calata
E tu allor, tutte e l’aure spiegata,
il nemico vedesti piegar!
Salve, Bandiera lacera
o sacro tricolor,
l’affetto per la Patria
Tu ci ravvivi in cor;
Ricordi a noi l’immagine
Del nostro invitto Re
e di color che, impavidi,
morirono per Te!
E non basta. Dei forti la schiera
Già prosegue con lena addoppiata,
Tu Bandiera – di sangue bagnata –
ne’ tuoi fidi accrescevi l’ardir.
Ecco Levico: ancora risuona
de l’attacco il segnale fremente;
del Ventotto l’ondata ruggente
più non sanno i nemici arrostar.
O Bandiera gloriosa, che voti
per Te ardenti, ci sgorgan dal core,
quando l’aureo segnal del valore
sul tuo drappo vediam brillar!
Se un dì Bandiera lacera
o sacro tricolor
sui campi di battaglia
Tu sventolassi ancor
Del giuramento memori
Che noi prestammo al Re.
Com’essi a Borgo e a Levico
noi vincerem con Te!
