Emozioni

Il 23 Luglio u.s. a Pesaro,nella sede del 28° Reggimento “ Pavia “, si è tenuto il 1° raduno dell’ associazione nazionale “ I Verdi di Gorizia “. Ero presente su gentile invito di un caro amico – già militare e da poco in pensione – ora membro effettivo e tra i più intraprendenti del neonato sodalizio. L’associazione  riunisce tanti di coloro che in tempi più o meno recenti fecero parte del 28°, blasonato protagonista,fin dalla fondazione,dei momenti più significativi e non di rado drammatici della storia patria,sempre distintosi – sia detto senza retorica – per l’indomito valore dei suoi uomini, testimoniato dalle numerose onorificenze e decorazioni concesse ai singoli e alla bandiera.La scelta dell’intestazione allude in modo esplicito al colore della mostreggiatura di cui si fregia ancora oggi il reparto di riferimento e al nome di una delle città – simbolo della Grande Guerra dove i suoi fanti issarono per primi il tricolore.Venivano da lontano le capacità e il carattere del “ Pavia “,con le radici ben piantate nelle

epiche e sanguinose battaglie risorgimentali ,come testimoniano i fatti d’arme di Borgo e Levico del 1866 accaduti nel corso della Terza Guerra di Indipendenza, nonché la partecipazione agli eventi che portarono alla presa di Roma nel 1870. La fama dei “verdi”fu altresì accresciuta,tra l’altro,dalle gesta compiute in Africa Settentrionale durante il secondo conflitto mondiale,culminate nella  tenace resistenza opposta,insieme ad altri non meno gloriosi reparti italiani,tra cui i paracadutisti della “ Folgore “, alla devastante offensiva scatenata dalle soverchianti forze del Commonwealth sul fronte di El Alamein. Com’è noto agli “addetti ai lavori“e a chi,nato e vissuto dalle nostre parti,ha l’età giusta per ricordare, il 28°- ricostituito negli anni cinquanta – svolse per parecchio tempo il compito di addestrare le giovani reclute che venivano accolte nella caserma “Del Monte”quando ancora esisteva il sevizio militare di leva,oggi abolito per molte buone ragioni ma forse lasciando anche qualche motivato rimpianto. Anche a Fano il 28° ha seminato ricordi e rimpianti nella vita di molti ( compresa la mia ) quando frotte di giovani in divisa sciamavano per le vie del centro in libera uscita o marciavano inquadrati nei diversi plotoni per recarsi alle esercitazioni in zona mare o al campo d’aviazione. Si vedevano uniformi mimetiche,oppure cachi o grigioazzurre,a seconda che fossero fanti o avieri, ospiti della nostra caserma “Paolini “a suo tempo sede del 94° “ Messina “ con la Scuola Allievi Ufficiali di complemento e poi, negli anni della mia infanzia e della giovinezza, centro addestramento reclute – distaccamento del “ Pavia “.

Ai nostri giorni – ma il grande pubblico non lo sa – il 28°, riconfigurato in unità di comunicazioni operative,è divenuto un reparto d’élite,una realtà unica nel suo genere nell’ambito delle nuove Forze Armate riorganizzate su base volontaria con un alto e spesso eccellente profilo tecnico,culturale e operativo. Il Reggimento “ Pavia “, conservando per intero il bagaglio della lunga esperienza passata, l’eredità preziosa della sua importante storia e la ricchezza morale di fulgide tradizioni di fedeltà alla Patria,svolge un lavoro estremamente specializzato in sede,coltivando la professionalità dei suoi soldati –donne e uomini – capaci di fornire un grande contributo con la possibilità di proiettarsi con efficacia in numerose missioni oltremare. E’ di continuo chiamato a misurarsi in difficili  e rischiosi interventi nel quadro di complesse congiunture internazionali che richiedono abilità,conoscenze,competenze non comuni, passione,coraggio,sofisticati supporti psicologici,logistici,tecnologici,sempre al servizio della Patria,in difesa dei valori fondanti della civiltà,per il bene dell’umanità intera e non solo delle popolazioni coinvolte in uno specifico territorio. In ogni occasione dimostrando qualità che danno lustro alla Nazione.

Dal giorno in cui Adelaide Cairoli consegnò la bandiera al Reggimento fino ad oggi, il 28° ha continuato a onorare l’Italia. L’associazione “I Verdi di Gorizia “ tra le altre cose ha il compito di mantenere vivo il rispetto degli ideali per i quali tanti si sono sacrificati. Rappresenta inoltre la continuità della tradizione,per darne testimonianza alla società civile, anche attraverso attività ricreative e culturali. Inoltre dovrà lavorare con passione per riunire “le membra sparse “ di una vasta famiglia,per far ritrovare, gioiosamente, giovani e anziani allo scopo di poter insieme riannodare i fili di un percorso che torni a essere comune :  ricordare,rinverdire,rinnovare,studiare,ricercare,approfondire,comunicare esperienze,fornire un valido esempio alle nuove generazioni. Soprattutto tenere fermi e saldi i rapporti tra chi è in servizio e chi lo è stato, tra persone che non smettono di essere commilitoni,fratelli. Questo senso di appartenenza che non si esaurisce neanche con la cessazione del servizio attivo è stato ben richiamato ed auspicato quel 23 luglio dal comandante del 28°, Col. Fulco, il quale a tutti i convenuti,radunati nel piazzale sotto un sole che picchiava forte, ha rivolto un significativo discorso. Eravamo lì ad ascoltare, con il cappellino dell’associazione in testa,schierati non più come ospiti civili ma come tanti nuovi soldati pronti ad eseguire gli ordini. C’era il presidente Caldarola che aveva provveduto fin dal mattino a coordinare la nostra partecipazione e a darci le corrette informazioni sullo svolgimento della giornata. Ci siamo uniformati di buon grado ai suoi suggerimenti e ci siamo emozionati all’alzabandiera,nella successione dei momenti più suggestivi:onori al Comandante,omaggio al Sacrario,sulle struggenti note de “Il Piave “e del “Silenzio “. Mi sembrava di essere tornato ragazzo, quando ero di leva,modesto caporalmaggiore ma contento di portare le stellette. Il ricordo della mia breve vita militare era ben presente,fresco e dolce il pensiero che per un attimo si adagiava su quella lontana esperienza, vissuta in anni difficili,un’epoca drammatica e anche stupida durante la quale dileggio e disprezzo in troppe occasioni circondavano le Forze Armate. Non avvertivo più il disagio del caldo umido e soffocante,ero a mio agio, nel corpo sentivo una energia nuova,l’animo commosso e avvolto da una sensazione di nostalgia e insieme di fierezza e di gioia per la condivisione di un sentimento veramente genuino e fraterno. E’ stata bella quella giornata alla caserma “ Del Monte “: visita guidata ai vari settori,visione di spazi,foto,filmati, apparecchiature,materiale cartaceo e digitale,assistiti e informati da ottimi ufficiali che hanno illustrato molto bene compiti e mezzi inerenti alle attività che interessano la stessa ragion d’essere del Reggimento “ Pavia “.

E’ stato piacevole mescolarsi ai militari,mangiare alla loro mensa,sentirsi parte,sia pure solo per qualche ora,di quel piccolo mondo che a sua volta rimanda a qualcosa di molto più grande: l’amor di Patria,sì ,la nostra Italia troppo spesso avvilita e offesa da vicende e personaggi che suscitano vergogna. Per nostra fortuna ci sono l’impegno e la professionalità di persone come quelle che ogni giorno compiono il loro dovere nelle Forze Armate. Grazie al Cielo c’è chi ha voglia di darsi da fare,di mettersi in gioco,di additare a figli,nipoti e amici,sani principi per cui vale sempre la pena vivere: “I Verdi di Gorizia “.

Massimo  Ciavaglia